Aspettando Iris2, esistono alternative al maxi-investimento nella Starlink di Musk?
Il progetto dei satelliti di comunicazione europei vede al centro l'Italia, ma è in ritardo
L’Europa ha iniziato una lunga rincorsa per dotarsi di una sua rete di satelliti che garantiscano comunicazioni sicure e criptate ai governi nazionali e per rendere disponibili ai cittadini delle aree remote del Vecchio Continente connessioni internet e comunicazioni affidabili e veloci. Il progetto, entrato ormai nella fase operativa, si chiama Iris2. E mira ad avere una rete di 290 satelliti dedicati nel 2030. Un ritardo evidente rispetto all’alternativa privata statunitense già operativa: la Starlink di Elon Musk che di satelliti in orbita ne ha già circa 6.700 e che si rivolge sia a utenze private sia a istituzioni pubbliche.
Il tema è tornato d’attualità dopo le indiscrezioni pubblicate dall’agenzia Bloomberg che - nelle stesse ore dell’incontro tra la presidente del Consiglio Meloni con il presidente designato Usa Trump - segnalava discussioni avanzate del Governo con Space X di Elon Musk per fornire servizi di telecomunicazione sicuri all'Italia con un contratto quinquennale da 1,5 miliardi. All’articolo era seguita la smentita di Palazzo Chigi che sia stato firmato un contratto con Musk con la sola conferma di 'normali approfondimenti' con le società che si occupano di tali dossier.
Tornando al progetto europeo lo scorso 16 dicembre è stato firmato il contratto di concessione di 12 anni al consorzio europeo SpaceRise composto da tre operatori satellitari (Ses, Eutelsat e Hispasat) che a sua volta si affiderà a subappaltatori europei del settore: Thales Alenia Space, Ohb, Airbus Defence and Space, Telespazio, Deutsche Telekom, Orange, Hisdesat er Thales Six. La costellazione Iris sarà composta da satelliti posaizionati in orbita bassa o media che lavoreranno in sinergia per assicurare connessioni costanti, senza la necessità di mettere in orbita migliaia di satelliti. E il lancio dei satelliti avverrà utilizzando vettori europei, rafforzando così l’autonomia. spaziale dell’Unione.
Chi pagherà Iris2? 6 miliardi di euro saranno a carico dell’Unione Europea, 550 milioni saranno a carico dell’Agenzia spaziale europea (Esa) mentre oltre 4 miliardi proverranno dal settore privato. L’Italia avrà un ruolo centrale nel nuovo progetto. La Commissione Europea ha ufficializzato all’inizio di marzo la scelta del Centro Spaziale del Fucino come il principale centro di controllo della galassia di satelliti europei Iris2. Gli altri due centri saranno in Francia e Lussemburgo. In quell’occasione il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso aveva sottolineato che tale schema permettera' di rafforzare la leadership del centro del Fucino che e' gia' il piu' importante e significativo teleporto civile al mondo e verra' raddoppiato con investimenti superiori a 50milioni di euro, grazie all'azione del governo, della regione Abruzzo e delle aziende che fanno capo al gruppo Leonardo. L'operazione avra' un impatto occupazionale pari a 200 addetti diretti e indiretti.
Resta l’interrrogativo sulle possibili mosse del governo italiano e dei suoi principali partner europei in attesa che Iris2 giunga a destinazione nel 2029. Europartner in ordine sparso o ricerca di una soluzione-ponte comune che non disperda risorse finanziarie e know-how europei? Un tema così strategico merita riflessioni approfondite tra i principali ‘azionisti’ dell’Unione Europea.